21/23 marzo 2013, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, presso il Laboratorio di Restauro
Le iscrizioni sono chiuse
Professore: Antonio Mirabile
La ricerca della trasparenza nella carta ha radici profonde che vanno dalle carte impregnate di cera usate in Cina, già dal IX secolo, come supporto intermediario per realizzare una stampa a partire da un disegno, alle ricette di Cennino Cennini, nel Libro dell’Arte, in cui spiega come rendere trasparente una carta o una pergamena.
I risultati di queste ricerche, artigianali poi, dal 1850, industriali, prendono la forma di un supporto cartaceo conosciuto familiarmente con il nome di “carta da lucido” o piu’ semplicemente di “lucido” la cui caratteristica principale é la trasparenza parziale o la translucidità, che rende possibile il passaggio (trasmissione) della luce e delle immagini. Il lucido, generalmente usato come supporto intermediario, studio preparatorio, tappa di creazione o, piu’ raramente, come supporto definitivo di un’opera d’arte, permette di copiare, trasferire e corregge un disegno, un’idea o un progetto.
La carta da lucido é stata largamente usata da architetti, ingegneri, archeologi, geografi, gioiellieri, stilisti, artisti… che ci hanno lasciato un patrimonio culturale abbondante ed importante ma le cui condizioni di conservazione sono spesso precarie. Le ragioni di questa precarietà sono varie e vanno dallo statuto di questi documenti, spesso considerati come secondari a causa delle loro prima vocazione “utilitaria”, ai materiali constitutivi del supporto, dalla grande quantità di documenti prodotti al trattamento subito dalla cellulosa per ottenera la translucidità.
Oggi, la trasmissione e la divulgazione di questi documenti é diventata una priorità di varie istituzioni patrimoniali, questo solleva la problemática relativa allo stoccaggio, alla stabilizzazione ed alle condizioni di consultazione di questi disegni.