VEROLANUOVA (BS) | BASILICA DI SAN LORENZO
DAL 25 FEBBRAIO AL 4 GIUGNO 2023
TIEPOLO A VEROLANUOVA
A tu per tu con i due capolavori restaurati
Tornano finalmente visibili al pubblico, dopo un restauro lungo 12 mesi, i due dipinti di più ampio formato mai realizzati dal grande maestro veneziano del Settecento (metri 10 x 5,36 cadauno).
Una struttura costruita appositamente per l’occasione conduce i visitatori a nove metri di altezza per ammirare i due capolavori a distanza ravvicinata.
Dal 25 febbraio al 4 giugno 2023, le due monumentali tele di Giambattista Tiepolo conservate sulle pareti laterali della cappella del Santissimo Sacramento nella Basilica di San Lorenzo a Verolanuova (Brescia) tornano visibili dopo il restauro recentemente concluso, promosso dalla Fondazione della Comunità Bresciana attraverso il Fondo Fidanza e realizzati dagli studi di restauro Antonio Zaccaria di Bergamo e Abeni Guerra di Brescia, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia.
La restituzione alla comunità delle due tele più grandi al mondo del maestro veneziano è celebrata da una iniziativa, dal titolo Tiepolo a Verolanuova. A tu per tu con i due capolavori restaurati, curata da Davide Dotti, con la collaborazione della Parrocchia di Verolanuova e il sostegno di BPER Banca, Lic Packaging e inblu, che consente ai visitatori di apprezzare, per la prima volta, da una prospettiva inedita e a distanza ravvicinata, la raffinatezza dei due dipinti, seguendo un percorso che li porta a nove metri di altezza, grazie a una struttura costruita appositamente per l’occasione.
Il sacrificio di Melchisedec e La caduta della manna: realizzate intorno alla metà degli anni quaranta del Settecento su commissione della nobile famiglia Gambara, le due opere di Tiepolo a Verolanuova sono alte 10 metri per 5,36 di larghezza e sono caratterizzate da una straordinaria qualità pittorica e fervida creatività compositiva.
Nelle parole dei tre restauratori, il senso di questa delicata operazione: “La caduta della manna e Il sacrificio di Melchisedec sono di fatto un pendant che non fa pendant, nella cronologia come nella tecnica esecutiva e nella storia conservativa. Anche il restauro, dunque, si è rivelato un work in progress lungo 12 mesi, pronto a modificare di continuo metodologie e materiali nel confronto con le diverse micro e macro problematiche che convivevano su 106 metri quadrati di pittura di Tiepolo. La monumentale struttura autoportante allestita in loco, che ha consentito di operare in contemporanea sui due teleri, si è trasformata in una piattaforma di confronto multidisciplinare tra i restauratori, gli storici dell’arte, gli storici tout court e i diagnosti, nella consapevolezza dell’occasione unica di avere a disposizione un vero e proprio giacimento di dati e informazioni sulla tecnica di Tiepolo. Il pittore ci ha infatti lasciato due prove diverse di scrittura pittorica: materica, spessa e increspata la superficie della Manna; distesa, rapida e sintetica la pennellata del Melchisedec. Un Novecento scandito da una serie incalzante di movimentazioni e restauri ci ha poi consegnato un Melchisedec in uno stato di conservazione decisamente migliore rispetto alla Manna, definitivamente segnata nel 1952 dal trauma del trasporto del colore eseguito da Mauro Pellicioli, ossia la “trasposizione” della pellicola pittorica tiepolesca dalla tela originale a una nuova tela. Quello appena concluso, dunque, non è stato un semplice restauro “estetico” ma un intervento complesso, dovendo in prima battuta far fronte a diffusi sollevamenti e a cadute in atto della materia pittorica. Una pulitura graduale e riformulata passo passo nell’approccio e nelle miscele ha per la prima volta liberato completamente la pittura originale tiepolesca – fino ad oggi contaminata dallo stratificarsi nel tempo di vernici, materiali estranei e interventi pittorici – arrivando a recuperare consistenti brani, finora occultati, di pellicola pittorica originale e a ripristinare i contrasti chiaroscurali originari. La stuccatura ha colmato una miriade di lacune, con la cura “plastica” di riproporre la texture corposa e materica delle pennellate tiepolesche, fornendo una base corretta al successivo intervento di integrazione pittorica. Condotta con una minuta grafia a puntini, identificabile a distanza ravvicinata, l’impegnativa operazione ha risarcito tutte le porzioni cromatiche perdute, misurandosi con l’intera gamma della tavolozza di Tiepolo, per restituire all’opera una lettura integrale. Particolarmente sfidante per le dimensioni monumentali delle opere e per l’imprescindibile presenza degli elementi di ponteggio, la lieve verniciatura finale ha messo in campo virtuosismi tecnici non scontati, con l’obiettivo di assecondare con discrezione le variazioni materiche e luminose in cui Tiepolo era maestro, che uno strato di vernice spesso e omologante avrebbe inevitabilmente spento”.
La costruzione della maestosa basilica di San Lorenzo, la cui prima pietra venne posata il 10 agosto 1633, venne promossa dalla nobile famiglia Gambara, una delle più potenti e influenti di Brescia, che resse Verolanuova per oltre cinque secoli, a partire dalla metà del Trecento.
Oltre ai due capolavori di Tiepolo, questo sacro tempio a navata unica e pianta a croce latina, conserva altri preziose pale d’altare di pittori barocchi quali Andrea Celesti, Pietro Liberi, Francesco Maffei, Pietro Ricchi.
Accompagna l’iniziativa un libro|catalogo Silvana Editoriale.
Il restauro dei dipinti e la loro valorizzazione rientrano in un più ampio progetto di promozione turistica e culturale di Verolanuova, attraverso il palinsesto di eventi dal titolo “Tiepolo Scomposto” organizzato dal Comune di Verolanuova (www.visitverolanuova.it) e la proposta di un itinerario tra le provincie di Bergamo e Brescia alla scoperta delle opere tiepolesche “La via dei Tiepolo nelle province di Brescia e Bergamo”, che è parte del programma di “Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023”.
Locandina con orari per le visite
Sito internet: www.tiepoloverolanuova.it
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